LP511 . Girolamo, Commento al profeta Abacuc

Il commento al profeta Abacuc di Girolamo, composto nel 393 poco prima dello scoppio della controversia origenista, contiene la spiegazione dell’ottavo profeta sia nel testo ebraico che nella versione greca dei Settanta. Il doppio commentario fa emergere l’eclettismo di Girolamo, che raccoglie la lezione di Origene nella scrupolosa analisi del testo ebraico e nel confronto delle traduzioni greche e, soprattutto, nell’esegesi a due livelli, letterale e allegorico.

La lettura e traduzione di ampi brani dell’opera permetterà di apprezzare la lingua e lo stile di Girolamo, di mettere in luce la composizione del commento ai singoli lemmi e di evidenziare le fonti che egli ha raccolto e fatto interagire per approfondire il senso spirituale e cristologico del testo profetico. Particolare attenzione verrà riservata a far emergere la coerenza interpretativa (akolouthia; consequentia), che emerge sia nell’interpretazione letterale che in quella spirituale.

Infine si darà spazio all’analisi filologica di alcuni passi particolarmente significativi e se ne discuterà la traditio textus, dal momento che l’edizione critica di riferimento utilizzata è recentissima, pubblicata da chi scrive nel 2018, insieme alla traduzione italiana in uscita nel 2022 (vd. bibliografia).

Bibliografia

Hieronymus, Commentarius in Abacuc, ed. S. Mantelli (Corpus Christianorum Series Latina 76-76A bis), Turnhout 2018; Girolamo di Stridone, Commento al profeta Abacuc, ed. S. Mantelli, Corpus Christianorum in translation, Turnhout 2022; S. Mantelli, Quia scarabaeus uel cantharus uermis est stercoris. Una glossa erasmiana nel commentario ad Abacuc di Gerolamo, in Augustinianum 50 (2010), 443-451; S. Mantelli, La visione di Isaia nella controversia origenista: Note sull’In Habacuc di Gerolamo, in Adamantius 19 (2013), 185-202.

La bibliografia completa è contenuta nell’edizione critica dell’opera (CCSL 76-76A bis) e ad essa si farà riferimento durante il corso.